IL GALATA SUICIDA

Gallo suicida con la moglie, copia in marmo di un originale in bronzo.
Roma. Museo Nazionale Romano

Ci troviamo davanti ad una scultura carica di pathos e drammaticità e rappresentata con grandissima capacità di osservazione. Il capo che vede perduta la sua causa, dopo aver ucciso la moglie tagliandole la gola, si suicida immergendosi una spada nel cuore. La gamba sinistra si trova in posizione leggermente avanzata, come se volesse dare un ultimo e disperato sostegno alla compagna che si sta afflosciando di lato. L'uomo sembra lanciare un ultimo sguardo dalla parte opposta, come se volesse bloccare con il furore degli occhi un possibile inseguitore. La scultura è resa realistica più che mai dalle infinite torsioni dei due corpi che si contrappongono in maniera commovente: la donna sembra crollare verso il pubblico, l'uomo ci si presenta con un fisico perfetto e con i muscoli tesi. La cassa toracica si contrae con il margine delle costole sull'addome, i muscoli sono allo spasimo, la vita si afferma per l'ultima volta in questo condottiero che consacra se stesso alla morte. In questa statua, caratterizzata dalla pienezzae e dalla perfezione delle forme si cela qualcosa di gigantesco: una sfida alla superiorità del nemico e una selvaggia dedizione alla morte che impressionano profondamente.