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Pinacoteca nazionale di Bologna "Sogno di San Romualdo" di Pseudo Jacopino liberamente adattato al testo Clicca la foto per vedere l'originale
Pubblicato da Alessandro C. Candeli (@lec) mer 30 aprile 2014 Invia un commento all'autore "Hac re videre nostra mala non possumus; // alii simul delinquunt, censores sumus." (*)
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Fra i tanti impareggiabili vantaggi della vecchiaia c'è anche quella di entrare gratuitamente nei musei nazionali; tra questi c'è anche la pinacoteca nazionale di Bologna che si trova in zona universitaria ed è molto comoda da raggiungere e frequentare.
Ieri, subito dopo pranzo, ci siamo tornati per rivedere solo alcune delle cose più amate e anche per fotografare qualche pezzo fra i più gradevoli e meno rappresentati in rete; in particolare alcuni affreschi staccati da palazzi bolognesi e la bella collezione di tavole trecentesche.
Le riprese fotografiche si sono svolte senza difficoltà o disturbo alcuno, infatti si può liberamente fotografare senza essere disturbati dai custodi ed anche la presenza del pubblico dei visitatori, ieri, non era minimamente fastidiosa.
Dopo cena, ho ripulito e inviato sul mio spazio di Flickr gli affreschi di Niccolò dell’Abate (Modena 1499 – Parigi 1571) staccati da palazzo Torfanini e raffiguranti scene tratte dal VII e da X canto dell’Orlando furioso di Ariosto. Lo stato di conservazione non è certo perfetto, tuttavia ci sono alcuni frammenti relativi agli episodi di Ruggero e Alcina molto gradevoli che ho inviato in rete nel loro insieme ed anche ingrandendo alcuni particolari suggestivi. Cliccando qui o sulla foto li potrai vedere fin d’ora; nei prossimi giorni il set d’immagini si arricchirà con quanto sarò riuscito a ripulire e impostare.
Pubblicato da Alessandro C. Candeli (@lec) lun 07 aprile 2014 Invia un commento all'autore "Hac re videre nostra mala non possumus; // alii simul delinquunt, censores sumus." (*)
Pubblicato da Alessandro C. Candeli (@lec) sab 05 aprile 2014 Invia un commento all'autore "Hac re videre nostra mala non possumus; // alii simul delinquunt, censores sumus." (*)
Camminare mi piace, mi è sempre piaciuto. Anche correre in campagna mi piaceva, ma per questa abitudine, più saltuaria e impegnativa, è definitivamente passata la stagione. Soltanto durante l’estate cammino poco. D’estate vado in bici, solo in bici potrei dire. Quando arriva il caldo, o una delle nipotine che vivono a Parigi, ci trasferiamo nella nostra casa in un piccolo paese sulla riva dell’Adriatico, il mare nostrissimum, dove la bicicletta è il solo mezzo di trasporto sensato e piacevole. Il resto dell’anno, se posso, mi muovo a piedi, sia quando sono a Bologna, mia residenza preferita, sia quando sono a Parigi, dove trascorro qualche tempo per stare in affettuosa compagnia delle mie nipotine e dei loro genitori. I mezzi di trasporto pubblici li uso poco, molto poco, ma quando mi servono non posso evitare di notare la grande differenza fra quelli bolognesi e quelli parigini. A Parigi sugli autobus si sale solo dalla porta davanti, uno alla volta e si esibisce all’autista il proprio abbonamento o si compra da lui il biglietto. Tu gli dai le monetine e lui ti da un biglietto a validità oraria e il resto, se occorre. Nessuno sale da altre porte e senza esibire o comprare il biglietto che occorre per usufruire di un servizio che è pubblico, ma non gratuito. A Bologna in teoria le cose sono molto simili. Si deve salire solo dalle porte abilitate e si deve timbrare un tesserino da dieci corse o comprare un biglietto orario singolo da un’apposita macchinetta senza alcun coinvolgimento dell’autista che non deve controllare neppure gli abbonamenti. In teoria, quindi, la sola differenza sta nell’aver sostituito l’autista, nella funzione di timbrare o vendere il biglietto, con un piccolo marchingegno, senza alcuna capacità di verifica o controllo sulla correttezza dei viaggiatori.
Il risultato è che moltissimi salgono (anche dalle porte abilitate alla sola discesa) e scendono senza pagare il biglietto, nella totale indifferenza dell’autista che, come il famoso viandante, “guarda e passa”. Il fenomeno, incoraggiato dalla scarsissima probabilità di essere multati dai pochissimi controllori, è talmente vistoso da lasciare a bocca aperta i pochi volontari che, come me, si ostinano a comprare il biglietto, con un evidente spirito di trasgressione, quasi di ribellione sociale. Forse un giorno non lontano l’amministrazione comunale e la società dei trasporti uniranno virtuosamente i loro sforzi e istituiranno un occhiuto corpo di polizia speciale, per sgominare i pochissimi ribaldi che si ostineranno a pagare il biglietto con sfrontato atto di ribellione civica.
Pubblicato da Alessandro C. Candeli (@lec) gio 03 aprile 2014 Invia un commento all'autore "Hac re videre nostra mala non possumus; // alii simul delinquunt, censores sumus." (*)
Oggi pomeriggio, nel tornare a casa a piedi dalla biblioteca, ho notato tre nuovi “alberi” di compensato nell’atrio circolare. Si tratta di espositori a forma di alberello stilizzato pensati per accogliere bigliettini di carta, fissati con una puntina da disegno. I foglietti sono “opere” di bambini delle materne o elementari che hanno disegnato se stessi mentre camminano sotto la scritta “Siamo nati per camminare” che è, appunto, il titolo di una campagna di sensibilizzazione alla buona abitudine di muoversi a piedi, quando è possibile, fin da bambini.
Molte volte i genitori accompagnano a scuola i bambini in auto, senza una vera necessità, ma con conseguenze anche molto sgradevoli per che si trovi a dover passare per le strade “bloccate” da padri e madri che scaricano o caricano il loro pargoli che avrebbero molta più voglia di camminare o di correre che di salire sul gippone parentale per arrivare in apnea nel chiuso di casa loro. Già da decenni, nonni-volontari assistono i bambini ad attraversare le strisce nelle strade vicine alle scuole elementari e forme di reciproca assistenza possono alleviare anche l’obbligo quotidiano di accompagnare e, soprattutto, di ritirare dalle scuole materne i bimbi più piccoli che non possono andare da soli. Spesso è solo una questione di mentalità e di organizzazione e, quindi, ben vengano le campagne che aiutano a vincere la pigrizia mentale, molte volte il solo vero ostacolo ad assumere buone abitudini.
Pubblicato da Alessandro C. Candeli (@lec) mar 01 aprile 2014 Invia un commento all'autore "Hac re videre nostra mala non possumus; // alii simul delinquunt, censores sumus." (*)