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La cascata

"They say that women change: 'tis so: but you
Are ever-constant in your changefulness,
Like that still thread of falling river, one
From source to last embrace in the still pool
Ever-renewed and ever-moving on
From first to last a myriad water-drops
And you - I love you for it - are the force
That moves and holds the form". (P. 262)

 "Si dice che la donna sia mutevole: è così: ma tu
sei sempre tu nella tua mutevolezza,
come quel rivolo immutabile d'acqua che cade, sempre uno
dalla sorgente all'abbraccio nella polla immutabile
sempre rinnovato e sempre in moto
dal principio alla fine miriade di gocce d'acqua
e tu - per questo io ti amo - sei la cascata
che pur muovendosi custodisce la forma".
                         R. H. Ash, Ask a Embla, XIII. (Poss. 268)

     Nel romanzo, ai versi citati segue una lettera, scritta da Ash a Ellen, che ne richiama immagini e significati. Ash ha lungamente camminato, tra ruscelli e cascate, nella "valle di Goathland o Goderland". La duplicità del nome induce Ash a considerare quanto sia sorprendente la persistenza dei nomi (vichinghi in questo caso), mentre scomparse sono le popolazioni che li inventarono e li attribuirono. Ma anche i nomi poi nel tempo possono svanire e decadere. Questa considerazione che quasi appare una digressione rispetto all'argomento preannunciato nella poesia, in realtà mostra come il tema della costanza della forma rispetto al fluire dei contenuti coinvolga per Ash non solo la natura, ma anche il sapere umano. A queste osservazioni segue infatti nuovamente l'immagine di una cascata e dell'ambiente che l'accoglie.

     Le parole di Ash per descriverla mostrano quest'impressionante cascata come l'elemento naturale femminile parallelo al Frassino del Mondo - elemento maschile. La cascata, come il frassino, concilia in sè ed unifica diversi aspetti contrastanti; il paesaggio nel quale si trova combina "luce ed ombra" in modo variabile:

"The effect of light and shade, both in the changing green of pensile foliage and the depths of the pools, and in the racing clouds which bring dark, light and dark again." (P. 263)

("L'effetto di luce ed ombra, sia nel verde mutevole del fogliame pensile e delle pozze profonde, sia sulle nuvole che nella loro corsa portano oscurità, luce e poi di nuovo oscurità'.") (Poss. 269)

La conformazione stessa del terreno combina zone chiuse, scavate nella terra, intimi anfratti dove scorrono ruscelli, ad ampi spazi quieti. Ash sottolinea il forte contrasto tra questi luoghi, ma spiega anche come ai suoi occhi, grazie alla presenza dell'acqua della cascata il cui flusso tutto collega e armonizza, appaiano naturalmente conciliati :

"The contrast between the cool dappled world of the little dales - and the shady caverns and pools into which the forces rush and hurry to be swallowed in quiet - and the open spaces where for dark mile upon mile nothing seems to stir (...) this contrast is so absolute and  yet so natural - and the water running from one world to another." (P. 263)

("Il contrasto tra il fresco mondo screziato delle piccole valli - e le grotte e pozze ombrose in cui le cascate precipitano e si affrettano per essere avvolte dalla quiete - e gli spazi aperti dove per miglia e miglia sembra che nulla si muova (...) questo contrasto è così assoluto eppure così naturale - con l'acqua che corre da un univero all'altro-") (Poss. 269)

Ash vi ritrova "if not Paradise, the original earth - rocks, stones, trees, air, water - all so solid and immutable, apparently - and yet sifting and flowing and fleeting" (P. 263) ("se non il Paradiso, il paradiso terrestre - rocce, massi, alberi, aria acqua- tutto così solido e immutabie, in apparenza - eppure mutevole e fluente e fugace") (Poss 269). Così Ash esplicitamente associa l'ambiente che lo circonda al luogo "originario" e senza tempo al quale ogni paesaggio libero e vitale del romanzo sembra ritornare; e nominando le "rocce" (terra ), gli "alberi" (fuoco), l"'aria" e l"'acqua", implicitamente presenta la cascata anche come principio fluido che unisce tutti gli elementi. La continuità tra gli elementi e l'ineffabilità di questo luogo è ancor più chiaramente sottolineata dal lungo passo che Ash dedica alla descrizione dell'aria e della sua vitalità:

"I cannot describe the air to you. It is like no other air. Our language was not designed to distinguish diffrences in air(...) the air of vanishing things and refinements beyond apprehension by our senses (...) It is visible air - you see it run  in rivers and lines over the shoulder of bald stones - you see it rise in aery fountains (...) and the scent of it - sharp, unforgettable - clean rain tossed and the ghost of ancient woodsmoke - and the cold clearness of brook water (...) it expands a man's mind in his head (...) and gives him extra senses." (P.263-4)

("Non posso descriverti l'aria. Non è come ogni altra aria. La nostra lingua non fu pensata per distinguere differenze nell'aria (...) l'aria delle cose che svaniscono e delle squisitezze che sfuggono ai nostri sensi (...) E' aria visibile - la vedi correre in fiumi e correnti oltre i contorni nudi dei massi - la vedi sollevarsi in fontane aeree (...) e il suo profumo - aspro, indimenticabile - tersa pioggia palpitante - spirito di antico fumo boscoso - e fresca chiarità di acque stillanti (...) dilata la mente dell'uomo dentro la testa (...) e gli dà sensibilità straordinarie.") (Poss.269-270)

Le sinestesie che compaiono in questo brano (l'aria è "visibile", "corre ", "sale in (...) fontane", ha un profumo di "spirito di antico fumo boscoso") illustrano come Ash percepisca il paesaggio come un unico essere vitale, la cui natura non può essere scissa in singole percezioni sensoriali, ma solo colta nel suo eterno divenire.

     La cascata non solo unisce e armonizza i contrasti all'interno del paesaggio, ma, come l'albero cosmico che sembra essere sempre esistito, rappresenta l'eternità; in questo luogo, infatti, Ash sente la vicinanza di quelle popolazioni remote di cui aveva percepito la lontananza e la perdita:

"Here (...) and not in the fat valleys of the south, one has the sense of the nearness of those remotest men whose blood and bones made our blood and bones and live still in them (...) and of things infinitely more remote - creatures who once walked here when the hearth was hot." (P. 263)

"Qui (...)e non nelle grasse conche del sud, si ha il senso della vicinanza di quegli uomini remoti il cui sangue e ossa hanno fatto il nostro sangue e ossa e ancora vivono in essi (...) e di altre cose infinitamente remote - di creature che qui camminarono quando questa terra era calda..") (Poss. 269)

Per Ash, quindi, la cascata e questo paesaggio hanno una grande vitalità,e "forza" (*) che "dilata la mente dell'uomo" fino a farlo sentire partecipe della vita dell'intero cosmo. Christabel che era con Ash, e Roland e Maud, che hanno seguito un analogo percorso, di fronte a quel paesaggio hanno sensazioni simili e allo stesso tempo diverse.

     Roland, il personaggio moderno che durante il romanzo più si avvicinerà alla sensibilità poetica,  di fronte al paesaggio della cascata, evidenzia una sensibilità più accesa, più visionaria di Maud che rimane quasi indifferente, ma ugualamente mostra un atteggiamento molto diverso da quello sereno e vitalistico di Ash. Se infatti Ash è colpito dalla vitalità esuberante della cascata e dell'aria, Roland nota piuttosto la chiusura della fossa dove cade la cascata, la precarietà e difficoltà della vita di quel luogo:

"Towards the Foss the path descended steeply and they had to clamber among boulders. The water fell amongst a naturally cavernous circle of rocks and lowering brows, in which various saplings struggled for a precarious living; it was dark and smelled cold, mossy, and weedy." (P. 265)

("Nei pressi della cascata il sentiero si faceva più ripido e dovettero arrampicarsi tra i massi. L'acqua cadeva in una conca naturale formata da rocce e cenge digradanti, dove molti arboscelli lottavano per una precaria esistenza; il luogo era scuro,  e c'era odore  di freddo,  di muschio e di erbacce.") (Poss. 271)

Roland non rimane estasiato dal fluire della cascata, ma vi sofferma lo sguardo solo un istante per poi rivolgerlo verso uno spazio più raccolto e intimo:

"Roland looked at the greenish-goldish-white rush of the fall for a time nd then trnsferred his gaze to the outer edges of the troubled and tourning pool." (P. 265)

(" Roland fissò per un tratto il salto verdognolo-dorato-bianco della cascata, poi rivolse lo sguardo ai bordi esterni della pozza tormentata e tumultuante.") (Poss. 271)

In questa chiusa pozza Roland ha una visione: l'entrata dei raggi del sole illumina l'acqua e le piante sottostanti e si riflette poi sulle pareti della caverna creando così una rete di fiamme bianche luminose. Questa visione è però molto diversa da quella avuta da Ash nell'osservare l'aria e l'acqua: non solo infatti avviene in un luogo chiuso, ma tutte le immagini che gli si presentano mancano di un propria vitalità e  sembrano rincorrersi in un gioco passivo di riflessi:

"As he looked, the sun came out, and hit the pool, showing both the mirror-glitter from the surface, and various live and dead leaves and plants moving under it, caught as it were in a net of fat links of dappled light (...) flames of white light appeared to be striving and moving upwards. Wherever the refracted light off the water struck the uneven stone... this same brightnss poured and quivered along, paleness instead of shadow, building a kind of visionary structure of non-existent fires and non-solid networks of thread inside it." (P.265)

("Mentre guardava, il sole fece capolino e colpì la pozza, illuminando sia i riflessi scintillanti dello specchio d'acqua, sia molteplici foglie e piante vive e morte fluttunti sotto di esso, che sembrava dunque impigliato in una rete di pingui maglie di luce screziata (...) fiamme di luce bianca sembravano agitarsi tendere verso l'alto. Laddove la luce rifratta  dall'acqua colpiva... questa stessa luminosità vi fluiv e fremeva in essa, in luogo dell'ombra un chiarore che creava una sorta di struttura visionaria di fuochi irreali entro cui erano racchiuse reti inesistenti. " (Poss.271)

In luogo della luce solare che caratterizzava il paesaggio descritto da Ash, qui si trovano pallidi riflessi che si sovrappongono a un ambiente ombroso; invece di fontane zampillanti e torrenti che scorrono liberi attraverso terre sconfinate, qui si intravvedono reti di luce a loro volta racchiuse dalle pareti della caverna. La stessa realtà di queste immagini è messa in discussione dalla consapevolezza della visione che rimane infatti a segnalare la distanza che separa il personaggio dal suo ambiente. Roland infatti, a differenza di Ash che si sentiva parte del cosmo,  ha la sensazione di essersi estraniato dal mondo:

"(...) he lost his sense of time and space and his own precise location nd saw the phantom flames as though they were the conscious centre." (P. 265)

(" (...) perse il senso del tempo e dello spazio e della sua stessa precisa dislocazione e vide le fiamme fantasma come se fossero il centro consapevole.") (Poss. 271)

Il centro che Roland crede di aver trovato si presenta piuttosto come un'illusione, come una visione che faticosamente collega aspetti circoscritti del paesaggio e manca dell'apertura, della sintesi visiva e della concretezza che invece caratterizzavano la visione di Ash; l''uso dei modificatori "non" davanti agli aggettivi "existent" e "solid", evidenzia ulteriormene infatti come questo paesaggio sia una sorta di negativo di quello percepito da Ash, di cui veniva celebrata la solidità e la potenza vitale.

      La visione di Roland, quindi, pur mostrando la sua sensibilità visiva  lo presenta ugualmente come personaggio  chiuso in una "rete" di immagini secondarie/riflesse, incapace di aprirsi e godere della vastità del mondo che lo circonda. Analogamente avviene nel brano citato dalla "Melusina" di Christabel, dove le immagini, anziché riecheggiare le descrizioni della cascata di Ash, rimandano alla visione di luci riflesse avuta da Roland. Malgrado la sensibilità visionaria che Christabel mostra in questi versi, l'ambiente descritto rimane claustrofobico e non armonico. All'interno della grotta, infatti, viene descritta la fusione tra la luce e l'acqua, ma "reti " e "maglie di una cotta di ferro " imprigionano queste luci:

"Three elements combined to make the fourth.
The sunlight made a pattern, through the air (...)
of tessellation in the water's glaze (...)
the light ran on
under the liquid in a molten glow
of seeming links of a chain-mail."(P.266)

("Tre elementi si fondevano a formare il quarto.
La luce del sole tesseva una trama nell'aria (...)
un mosaico sulla trasparenza dell'acqua (...)
la luce penetrava la liquida sostanza di un bagliore soffuso
simile a maglie di una cotta di ferro.")(Poss. 272)

Analogamente il fuoco ("freddo fuoco") è un elemento distaccato ed autoriflettente, che non consuma nè scalda, ma "di sé alimentandosi" ribadisce richiamandola la chiusura di questo luogo.

"A fire which heated not, nor singed, nor fed
On things material, but self-renewed
Burnt on the cold stones not to be consumed
And not consuming, made of light and stone
A fountain of cold fire stirred by the force
Of waterfall and rising spring at once
With borrowed liveliness. "(P. 266)

("un fuoco che nè scaldava né crepitava né si nutriva
di materia alcuna, ma di sé alimentandosi
bruciava sulle rocce fredde non consumandosi
Nè consumando, fatto di luce e pietra
fontna di freddo fuoco attizzato dalla forza
della cascata e divampante ad un tratto
di vitalità riflessa.") (Poss. 272)

 La fissità di queste immagini contrasta fortemente con il fluire presente nella descrizione di Ash, il tempo stesso che per il poeta scorreva ininterrottamente e abbracciava in un presente eterno tutte le ere del mondo, per Christabel si sospende in una immobilità sterile in cui niente cambia, ma le cose possono solo riflettere la propria autosufficienza, staticità e disarmonia. L'ossimoro "freddo fuoco", illustra bene sia la sensibilità di Christabel di individuare aspetti contrastani nella natura (capacità che condivide con Ash), che l'impossibilità di comporli in una visione sintetica dell'universo. L'ossimoro diventa infatti la figura retorica che meglio rappresenta le figure di Maud e Christabel per le quali  è impossibile una conciliazione tra gli aspetti contrastanti della loro vita di studiose e di donne; all'estremo opposto si situa così la figura retorica che invece caratterizza la sensibilita sintetica e armonizzante di Ash: la sinstesia.

         Le pagine iniziali di questo capitolo, hanno permesso di rilevare i diversi atteggiamenti che i personaggi nutrono nei confronti dei luoghi aperti nei quali si trovano: si è quindi notato che il rapporto con gli ambienti non si riassume tanto nella semplice opposizione tra spazi aperti e spazi chiusi, quanto piuttosto nella capacità di percepirli come parti di un tutto armonico in continuo divenire: la cascata, elemento caratterisitico del luogo preso in considerazione, ha infatti assunto significati diversi rappresentando per Ash la fluidità, l'eternità e il recupero della vitalità del passato; per Roland e Christabel la sospensione temporale in un presente claustrofobico e autoriflettente.

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